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CHI SIAMO

manifesto

Balene ai bordi! è il motto di ikonemi.

Le balene, ai bordi delle antiche carte geografiche, segnavano la fine del mondo conosciuto, intendiamo fare di questo stare al confine la nostra caratteristica principale.

Sosteniamo la fotografia quale pratica artistica, esistenziale, critica, di studio e di utilità sociale; supportiamo una fotografia libera da etichette o codifiche di genere. Crediamo che la fotografia di paesaggio dovrebbe allargare le prospettive fin’ora conosciute e, ove necessario, tracciare nuovamente i confini delle certezze già documentate. Attraverso il principio guida balene ai bordi intendiamo cercare i luoghi della fotografia non ancora percorsi, allargarne i confini e mantenerci sempre sul bordo, precaria e in costante ricerca.

Pensiamo alla fotografia come al luogo di un corpo a corpo, come lo spazio nel quale dialogano realtà, autore e fruitore; crediamo che proprio in questo scambio risieda il senso stesso di fare fotografia. Tale incontro rappresenta un momento di decodifica, in cui l’esperienza della visione prende senso attraverso l’incontro con l’immagine.

Confidiamo nello straordinario potere di questo corpo a corpo ai bordi dell’immagine, come opportunità di contemplazione e conoscenza. Ikonemi è un centro indipendente di fotografia ed immagini di paesaggio, concepiamo il paesaggio come zona dell’esistenza, non semplice scenario ma emanazione della stessa sostanza del soggetto che lo percepisce, unica manifestazione possibile dell’essere al mondo.

Intendiamo utilizzare il medium fotografico per stimolare la produzione di un sapere multidisciplinare, promuovere l’integrazione e la valorizzazione dei contenuti da essa rappresentati. Ikonemi è stata fondata sui valori dell’etica e della conoscenza, sosteniamo e promuoviamo la fotografia con sguardo  a-ideologico ed equidistanti da facili critiche e false apologie.

«Le carte geografiche vengono aggiornate in continuazione, man mano che il nostro sapere apparentemente aumenta. Ma aumenta il sapere o s’accumulano i dettagli? Una carta geografica può insegnarmi a trovare un posto mai visto prima ma che ho immaginato spesso. Quando ci arrivo, seguendo fedelmente la carta, il posto non è come me l’ero immaginato. Le carte, pur diventando sempre più accurate, sono sempre meno attendibili. E adesso che siamo sciamani in ogni angolo della terra coi nostri corpicini da insetti, che abbiamo issato le bandiere e costruito case, abbiamo l’impressione che tutti i viaggi siano già stati fatti. Non è così. Chiudete le carte e riponete il mappamondo. Se qualcuno l’ha disegnato, faccia come crede. Cominciate un nuovo disegno, con le balene in basso e o cormorani in alto, e in mezzo indicate, se ci riuscite, quei luoghi che non avete ancora trovato nelle altre carte, i collegamenti ovvi solo a voi. Rotonda o piatta che sia la terra, ben poco è stato scoperto.»

Jeanette Winterson, Il sesso delle ciliegie.

ikonemi – iconema

Il termine ikonemi richiama il concetto di iconema formulato da Eugenio Turri secondo il quale la percezione di un territorio avviene attraverso una serie di elementi costitutivi che impressionano il fruitore per la loro evidenza, singolarità o ripetitività; questi elementi visibili, rilevabili nel paesaggio, parte della storia e cultura degli abitanti del luogo, possono essere chiamati, appunto, iconemi. Gli iconemi sono unità elementari della percezione che sommate le une alle altre vanno a costituire l’immagine complessiva di un paesaggio; gli iconemi non costituiscono, tuttavia, un mero fatto visivo, essi sono da considerarsi dei veri e propri congegni d’interpretazione del paesaggio che assommano in sé lo sguardo e la cultura di chi osserva tanto quanto gli elementi del territorio osservato.