Il Polesine, e più in generale la zona del Delta del Po, mi affascina da molto tempo e avevo in progetto di affrontarla. Avere la possibilità di partecipare all’indagine e di confrontarmi con altri fotografi mi ha subito entusiasmato, così come la possibilità di collaborare con Ikonemi, di cui ho apprezzato moltissimo il precedente progetto Fondovalle. Lo scambio di idee, i consigli su particolari zone, la varietà di sguardi su un unico soggetto è stato importantissimo al fine di individuare una chiave di lettura del territorio stesso e realizzare un buon progetto d’indagine.
Il primo approccio con questo territorio è stato disorientante. Sono dovuta tornarci spesso per appropriarmi della sua geografia e per definire con più consapevolezza che indirizzo dare al progetto, arrivando alla conclusione che non era possibile “scegliere” un’unica zona in cui operare ma che il territorio andava analizzato nella sua totalità. Quello che mi interessava documentare erano gli aspetti antropologici, attraverso i piccoli segni della presenza umana sul territorio. In Polesine ho percepito come l’anima produttiva del Veneto industrializzato si fosse fusa con una dimensione di calma e lentezza, creando un’atmosfera di sospensione per cui la vita e le attività sono come rallentate, desuete, legate ancora in parte a un passato recente che non vuole cedere il passo al futuro.
Per questo, dopo l’iniziale smarrimento, mi sono concentrata su quei dettagli che meglio la rappresentassero; quindi cancelli aperti, parcheggi vuoti, attività commerciali chiuse o bar spopolati, aperti per i soliti avventori.
Anche in questo progetto si riconferma la mia tendenza a ricercare un passaggio dell’umano appena percepibile, in quei luoghi dove il paesaggio resta in bilico tra l’antropizzato e il naturale.
Mi riconosco molto nella funzione della fotografia documentaria di fissare il paesaggio per come si presenta al momento dello scatto, in vista di una sua modificazione o sparizione dovute alla sua precarietà ed è in quest’ottica che prevalentemente mi pongo nei confronti di ogni soggetto.
bio
Laureata al DAMS di Padova con una tesi sulla fotografia stereoscopica.
Ha partecipato a diversi workshop nella città di Treviso, collaborando con fotografi come Marco Zanta, Francesco Radino e Giampaolo Arena.
Nel 2016 ha esposto/realizzato un’esposizione nella collettiva Esplorazioni del Parco del Sile presso la Galleria Sp3 di Treviso.