DAV Collettivo: Vito Bellino, Dalila Ditroilo, Antonio Maria Fantetti
2014
Non tutto è ciò che sembra. E non tutta la realtà può essere ridotta a luogo comune. In un contesto difficile come quello dell’area di Taranto, a ridosso dell’acciaieria Ilva, la riscoperta di luoghi che sembrano distanti nel tempo e nello spazio, rispetto all’ambiente circostante, può regalare ancora meraviglia e curiosità. Il progetto sul fiume Tara intende esplorare l’ambiente e la vita che gravitano attorno ad un fiume breve (meno di due chilometri), ma importante e leggendario: teatro, nell’antichità, di mitiche battaglie e, oggi, scenario di una suggestiva processione fluviale in onore della madonna del Tara. Avvicinandosi a questo luogo, è sorprendente la mutazione del paesaggio: i segni dell’inquinamento dell’Ilva svaniscono dietro i colori brillanti della natura rigogliosa. Sembra quasi che quest’area sia scampata al “cancro” che ha divorato il territorio circostante. E’ un piccolo lembo di terra frequentato da persone che credono nelle proprietà terapeutiche di queste acque. Il senso di appartenenza è così radicato in ognuno di loro da impegnarli nel proteggerlo e prendersene cura, ripulirne il fondo dalle alghe e renderlo balneabile. Affiorano, nei racconti dei vissuti personali, ricordi di grazie o benefici ricevuti, che si perpetuano nella confidenza con il fiume e le sue acque.