Aniello Barone
Aniello Barone realizza la serie fotografica Gesamtkunstwerk 2.0 a partire all’incontro con un’effige fascista durante una residenza d’artista a Cosenza. L’opera vuole essere una riflessione sulla condizione dell’uomo contemporaneo, la sua subalternità e l’obbedienza a gerarchie, visibili e non. Aniello Barone colma con le sue fotografie la distanza che lo separa dal drammatico passato dittatoriale e lo fa riflettendo ed interpretando il paesaggio cosentino, cercando nell’ambiente quotidiano le tracce della storia. Il fiume è un elemento sempre presente nella serie fotografica, solo evocato, o realmente raffigurato, la fluidità e la linearità dell’acqua conducono lo sguardo dello spettatore a ripercorrere il filo dei pensieri che hanno mosso l’intimo dell’autore.
Aniello Barone è nato a Napoli nel 1965. Dopo la laurea in sociologia, ha iniziato la sua ricerca fotografica, con una particolare attenzione al paesaggio urbano alle periferie e al tema dell’immigrazione. Da questo lavoro sono nati diversi libri: Sahrawi. La terra sospesa (Electa, 2001); La comunità accanto (Federico Motta, 2001), in cui viene presa in esame la condizione sociale degli immigrati asiatici, africani, sudamericani e dell’est europeo in Campania; Detta Innominata (Peliti Associati, 2006), un viaggio nella periferia postindustriale napoletana; Igboland (Five Continents, 2011) un lavoro di dodici anni sui riti animisti degli Igbo in Italia. Da alcuni anni Aniello Barone insegna Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.